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Nell’ambito di una dieta chetogenica diventa importante la cosiddetta “misurazione chetosi”. Ma di cosa si tratta? In tanti iniziano questo percorso senza curarsi di questo aspetto fondamentale che determina la buona riuscita del percorso.

Scopriamo dunque perché bisogna misurare la chetosi e come farlo per avere delle risposte immediate e sicure.

Chetosi e corpi chetonici

La dieta chetogenica è nota per il concetto di chetosi. Ricordiamo che si tratta di uno stato che si attiva nell’organismo nel momento in cui il nostro corpo non trova più le riserve di glucosio e deve quindi utilizzare quelle di grasso per produrre energia. Così si producono i chetoni, o corpi chetonici, che sono il motore della chetosi.

A cosa servono? Il loro obiettivo è la produzione di energia. Nascono dalla scomposizione dei grassi all’interno del fegato e arrivano poi in ogni parte del corpo per fare il loro lavoro.

Nello specifico sono di tre tipi: 

  • Acetone
  • Acetoacetato (AcAc)
  • Beta-idrossibutirrato (BHB)

Durante la dieta chetogenica diventa davvero importante misurarli perché ci consentono di capire se la chetosi è attiva e qual è il numero di chetoni operativi in quel dato momento. In questo modo sarà più semplice capire se l’approccio con la keto diet è corretto o va rivisto con alcuni accorgimenti.

Come si misura la chetosi?

misurazione chetosi

Le tre molecole prima citate devono essere misurate attraverso degli strumenti specifici che ne quantificano il numero all’interno del corpo. Ovviamente bisogna essere certi di bruciare grassi, altrimenti il numero sarà minimo e quindi anche i progressi nel percorso keto.

Fortunatamente la misurazione chetosi è un processo facile da eseguire (anche in casa) e non richiede tempistiche lunghissime. Ecco in che modo misurare i tre tipi di corpi chetonici:

  • Acetone si misura con il test del respiro;
  • Beta-idrossibutirrato (BHB) si misura con l’esame del sangue;
  • Acetoacetato (AcAc) si misura con il test delle urine.

Naturalmente si può fare una dieta chetogenica anche senza eseguire questa misurazione, ma avere piena consapevolezza del proprio corpo e sapere come sta reagendo al percorso è un ottimo metodo per motivarsi ad andare avanti con più grinta e determinazione, o in alternativa a capire gli sbagli e rimediare prima di sprecare tempo prezioso.

Misurazione chetosi: il test del respiro

Per misurare il livello di Acetone si utilizza il misuratore del respiro. Consiste in uno strumento in grado di stabilire la quantità di chetoni partendo dalla respirazione. Infatti, bisogna posizionarlo in bocca e fare un profondo respiro. Ma ci sono delle istruzioni precise da seguire perché se non viene eseguito correttamente i valori potrebbero risultare sballati e quindi non attendibili. 

Ecco per quale ragione tra i tre strumenti per la misurazione chetosi questo è il meno utilizzato. I suoi vantaggi sono la praticità e la velocità: praticamente si può usare ovunque e in qualunque momento della giornata. Però bisogna anche fare i conti con i suoi contro: se la lunghezza e l’intensità del respiro non sono uguali e coordinati non si ottiene una misurazione valida. Quindi bisogna saperlo usare bene per farne un alleato in dieta.

Misurazione chetosi: l’esame del sangue

Il più attendibile come misuratore chetosi è sicuramente l’esame del sangue. Non serve recarsi in un laboratorio di analisi, ma si può eseguire facilmente anche a casa. Serve solo lo strumento che si può acquistare anche online.

Come si usa? Richiede una piccola punturina sul dito che consente di far fuoriuscire una goccia di sangue da cui si ottiene la misurazione dei corpi chetonici. Come si può intuire il suo più grande vantaggio è la precisione. Inoltre è velocissimo e davvero facile da usare. 

Però c’è un contro che bisogna valutare prima di scegliere questo misuratore: è abbastanza dispendioso in quanto bisogna acquistare il dispositivo di misurazione e poi a parte le strisce reattive. E aggiungiamo che non è indicato per chi non ama gli aghi!

Misurazione chetosi: il test delle urine

misurazione chetosi

Il più usato nella misurazione dei chetoni è il test delle urine. Usarlo è in effetti molto intuitivo e semplice: bisogna urinare sugli stick per misurare la chetosi ed attendere per un tempo variabile che va dai 15 ai 40 secondi e che dipende dal tipo di test acquistato. Poi si deve leggere la legenda che si trova nelle istruzioni per capire il livello di chetoni nel corpo. 

Quindi è veloce, economico e semplice da usare. Eppure bisogna precisare che potrebbe anche non essere affidabile. Questo perché misura solo i corpi chetonici espulsi nelle urine e quindi è consigliato principalmente nelle primissime fasi della dieta chetogenica. Poi, siccome il corpo si abitua ai grassi, è meglio cambiare metodo e usare il dispositivo che permette di misurare i chetoni con l’esame del sangue. 

Quale misuratore acquistare? Guida e consigli

La misurazione chetosi resta un valore aggiunto nella dieta chetogenica per acquisire maggiore consapevoleza del proprio percorso e di come il corpo sta reagendo ad esso.

Però bisogna anche capire come usare questi strumenti al meglio e quale fa al caso vostro. Ad esempio, se preferite uno strumento che fornisce un valore numerico dovete orientarvi verso il test del sangue o quello del respiro, in quanto il test delle urine affida il risultato ad un range di colori. E poi è naturale che i pro e i contro prima citati devono essere analizzati con attenzione e chiedersi: quanto volete spendere? Per quanto tempo volete usarlo? Potete sopportare le punture al dito di frequente?

Apparentemente sembrano domande banali, ma in realtà possono aiutare a fare investimenti accurati e acquistare il dispositivo che realmente fa per voi.

Ed infine, qualche consiglio utile:

  • La chetosi nutrizionale è attiva se il livello di chetoni è tra 0.5 e 3 mmol/L;
  • Una buona misurazione consente di gestire al meglio l’alimentazione;
  • I dispositivi sono utilissimi all’inizio, poi quando la chetosi è raggiunta si possono usare con meno frequenza o soltanto quando si operano cambiamenti alimentari;
  • Non c’è un limite nelle misurazioni: si possono fare anche più di una volta al giorno;
  • Non sono esami invasivi e non comportano controindicazioni o effetti collaterali.

Quindi sta a voi scegliere in base alle vostre esigenze e ai vostri obiettivi il misuratore più adatto. Se volete potete anche usarli contemporaneamente, ma c’è il rischio di fare confusione e entrare nel panico perché non si trova corrispondenza tra i valori ottenuti.

Ad ogni modo può essere utile anche il consiglio del proprio nutrizionista che saprà indirizzare verso la scelta adeguata al proprio percorso e soprattutto in relazione alla fase di chetosi che si sta attraversando.