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Ultimamente si parla sempre più spesso di una biohacking, sottolineandone potenzialità e benefici per la nostra salute. Ma siamo davvero sicuri di conoscerlo? Per la maggior parte delle persone, si tratta probabilmente ancora di una pratica poco conosciuta, e sicuramente anche gli altri gioveranno di qualche informazione in più.

Ed ecco perché, in questo articolo, vi presenteremo una guida completa al biohacking. Pronti? Cominciamo!

Biohacking: cos’è

Il biohacking può essere definito come una biologia fai da te. Che cosa significa questo? Fare piccoli cambiamenti nella dieta o nello stile di vita per fare piccoli miglioramenti nella salute e nel benessere. Non ci sono promesse come quella di perdere peso velocemente o migliorare le funzioni cognitive, ma premesse importanti come quella di essere bene informati e conoscere cosa fa bene per il nostro corpo.

Biohacking tecniche

Ci sono diversi tipi di biohacking, i tre più famosi sono la nutrigenica, la biologia fai da te, e grinder. Scopriamoli insieme!

La nutrigenica

La nutrigenica si concentra su come il cibo interagisce con i vostri geni. Si tratta di un tipo di biohacking popolare ma controverso, fondato sull’idea che ogni nostra manifestazione genetica può essere mappata e ottimizzata, studiando come i diversi nutrienti lavorano su come ci sentiamo, come pensiamo e come ci comportiamo.

La biologia fai da te

Si tratta di un tipo di biohacking che viene messo in pratica da persone che hanno una formazione scientifica, e che condividono con le persone piccoli esperimenti da condurre su sé stessi a casa.

Grinder

Si tratta di una sorta di subcultura di biohacking che vede ogni parte del corpo umano come modificabile e, quindi, ottimizzabile. In questo caso non solo con l’alimentazione, ma anche con iniezioni di medicinali e addirittura impianti.

Il biohacking funziona?

Il biohacking è realmente capace di incidere sulla nostra biologia? Dipende dalle tecniche.

Per esempio, la nutrigenica riduce il rischio di sviluppare quelle patologie cui siamo geneticamente predisposti, permette di incidere sulle nostre sensazioni emotive, ma anche di perdere peso e ridurre i sintomi della depressione. Più in generale, aiuta con le funzioni corporee di base, come la pressione del sangue. Questo perché il cibo ha innegabilmente un impatto sui nostri geni, anche se non tutti rispondono allo stesso modo.

La biologia fai da te e il grinder, invece, hanno dato alcuni risultati positivi, ad esempio riuscire ad avere una miglior visione notturna mediante l’iniezione di un mix chimico chiamato Chlorin e6, che altera le molecole fotosensibilizzatrici negli occhi rendendoli più ricettivi.

Questo però, attenzione, può portare anche a conseguenze pericolose e danni permanenti per la salute. Inoltre, si pone un problema di etica e addirittura violazione di leggi sul bioterrorismo. Una cosa, infatti, è inserirsi dei chip per avere delle cuffie impiantate nelle orecchie, un’altra dei chip per avere accesso a zone riservate.

Il biohacking è sicuro?

Dipende da cosa si fa. Assumere integratori e modificare la dieta può essere sicuro, ma alcune metodologie, come abbiamo detto, non lo sono e possono anche essere illegali. Questo anche alla luce del fatto che i test effettuati a casa non permettono di rilevare le conseguenze sul lungo periodo.

A proposito di questo, un ottimo modo per tenersi sotto controllo sono gli esami del sangue. Possono dirci molto sui nutrienti di cui abbiamo carenze, sulla conta delle cellule ecc. Utile per conoscere gli effetti dei cambiamenti della dieta, o per aiutarci a raggiungere un obiettivo specifico. Un esempio è fare le analisi prima e dopo l’assunzione di un integratore per vedere se funziona.

Biohacking e biotecnologia

La biotecnologia è un termine che si riferisce ai processi biologici applicati all’avanzamento tecnologico. Ad esempio, utilizzare i batteri per distillare la birra. È diversa dal biohacking, quindi, ma i risultati delle due discipline possono dialogare e interagire tra loro per velocizzare il processo di avanzamento tecnologico. Non sono però necessarie l’una all’altra. Ad esempio, variare la propria dieta quotidiana non richiede conoscenze di biohacking.

Biohacking e nutriceutica

La nutriceutica è un termine a-scientifico utilizzato per indicare il processo di interazione tra alimentazione e funzionalità corporee. Ad esempio, quali integratori incidono sull’umore, sulla soglia dell’attenzione e sulla produttività. E se vi sembra qualcosa di molto lontano da voi, pensate solo agli effetti del caffè che beviamo ogni mattina.

Anche in questo caso, si tratta di due discipline che possono dialogare tra loro, ma che non hanno necessariamente bisogno l’una dell’altra.

Ancora sulle biohacking tecniche: quattro semplici esperimenti da fare a casa

1) Bere caffeina

La caffeina è un booster per la produttività universalmente riconosciuto. Chi non la usa può cominciare con una piccola dose di espresso, the verde o cioccolato fondente. Attenzione ad assumerla sempre alla stessa ora, e tenere traccia di come ci si sente dopo l’assunzione. Più concentrati? Più ansiosi? Stanchi? Provate a modificare la dose finché non trovate quella che fa per voi.

Biohacking

2) Eliminare alcuni alimenti dalla dieta

Un altro esperimento molto popolare – e che sicuramente tutti facciamo senza nemmeno sapere che si tratta di biohacking – è quello di eliminare alcuni alimenti e poi reinserirli gradualmente per verificare come funzionano sul nostro corpo. Esempio: eliminare il lattosio per vedere se ci si sente più sgonfi, ma anche carne rossa e zuccheri. Insomma, tutti quegli alimenti che incidono sul processo infiammatorio.

Generalmente si elimina un alimento per due settimane, e poi lo si reintroduce gradualmente tenendo sotto controllo i sintomi che questo provoca (o non provoca), come mal di stomaco o di testa, diarrea o stitichezza, rush cutanei e gonfiore.

3) Usare la luce blu

La luce blu è nota per lavorare sull’umore e sulle performance cognitive. Esporsi alla luce del sole ogni giorno per 3 o 6 ore può, quindi, produrre degli effetti rilevanti. Attenzione però, perché questo può anche interrompere il ritmo cicardiano.

4) Provare il digiuno intermittente

Il digiuno intermittente è una tecnica di dieta che implica mangiare solo in alcune finestre della giornata e digiunare, ad esempio, dalle 8 di sera alle 8 di mattina del giorno dopo. Questo abbassa il livello di insulina, aiuta le cellule ad autorigenerarsi e protegge da alcune patologie. È però consigliato seguirlo sotto controllo medico se si soffre di diabete o problemi connessi all’insulina, ma anche se si sta allattando e se si è in stato di gravidanza.

Per concludere

Il biohacking ha indubbiamente i suoi meriti. Alcuni esperimenti sono facili da provare a casa propria, ed è anche piuttosto semplice interromperli e tornare indietro se gli effetti che danno non sono quelli sperati o sono addirittura nocivi. In generale, però, il consiglio è quello di stare attenti. Fare esperimenti su se stessi senza prendere le adeguate precauzioni può portare a effetti collaterali anche sgradevoli.

Parlate con un dottore o un nutrizionista prima di fare cambiamenti significativi alla vostra dieta, e assicuratevi di documentarvi bene prima di inserire una qualsiasi sostanza all’interno del vostro corpo.